Cosmin Contra intervista The Begbie Inside Atletico Madrid Milan Getafe Edgar Davids Petrolul Ploiesti

Contra intervistato da The Begbie Inside. Il Getafe, il rimpianto del Milan e la rissa con Davids

“Non è stata la lite con Edgar Davids a costringermi a lasciare l’Italia. Ho scelto io e rimpiango di non essere rimasto”. Testa calda, personaggio scomodo o nello specifico guritza (chiacchierone, in una traduzione poco letterale dal rumeno all’italiano). Cosmin Contra è uno dei quei personaggi che, malgrado pochi successi rilevanti in carriera, rimangono ugualmente nei ricordi degli appassionati. The Begbie Inside l’ha intervistato in esclusiva qualche giorno dopo il suo esordio come allenatore del Getafe, impegnato nella lotta per non retrocedere nella Liga, dopo una buona avventura al Petrolul Ploiesti. Laterale destro rude nei modi ma onesto, schietto in campo come fuori, l’ex giocatore dello storico Deportivo Alavés allenato Mané Esnal, del Milan, dell’Atletico Madrid e proprio degli Azulones, inizia stroncandoci subito ogni tipo di lusinga per il pareggio 3-3 di sabato contro il Granada. “Abbiamo fatto una buona partita, ma non è il caso di complimentarsi. Era uno scontro per la salvezza piuttosto importante, siamo passati in vantaggio per ben tre volte ma abbiamo ottenuto soltanto un pareggio. Dobbiamo lavorare per raccogliere punti importanti”. Lo proviamo a spronare in vista della prossima trasferta al ‘San Mamés’, sottilineando quanto però potrebbe essere difficile portare a casa i tre punti contro l’Athletic Club, ma Contra, a modo suo, ci spiazza ancora una volta. “Di sicuro sarà difficile, ma è una gara come un’altra. Tutte le partite sono difficili, in particolare considerando la nostra posizione in classifica. Le ultime dieci gare per noi saranno come dieci finali e cercheremo di prepararle al meglio”. L’attualità, a The Begbie Inside, però, interessa fino ad un certo punto e proviamo a stuzzicare Contra su due sue ex squadre: Atletico Madrid e Milan, recentemente protagoniste in Champions League. “Tra andata e ritorno ho visto due buone squadre. All’andata il Milan ha fatto molto bene e il vantaggio dell’Atletico Madrid forse non era meritato. Anche al Vicente Calderón il Milan ha tenuto abbastanza bene fino al 2-1. Poi è crollato e l’Atletico Madrid ha preso in mano la partita con la sua qualità”. L’occasione è ghiotta, e la sfruttiamo per chiedergli ciò che più ci interessa: la sua discussa stagione al Milan, l’addio improvviso e soprattutto la celebre lite con Edgar Davids, all’epoca alla Juventus, durante un Trofeo TIM. “Non essere rimasto al Milan per me rappresenta uno dei più grandi rimpianti della carriera – racconta in maniera diretta Contrasicuramente la rissa con Davids ha fatto clamore (lite in campo e negli spogliatoi: pugni, sangue e intervento dei compagni. Una scena piuttosto cruenta, ndr), ma non sono stato ceduto per quel motivo. Era arrivata un’offerta dall’Atletico Madrid il giorno prima della chiusura del calciomercato e non ho avuto tempo di riflettere bene sul mio futuro. La mia cessione non è stata una punizione della società, è semplicemente arrivata un’offerta dalla Spagna che ho accettato”. Vista la crisi rossonera gli chiediamo se sarebbe interessato a tornare al Milan come allenatore. “Certo, nel percorso professionale di un giocatore, così come di un allenatore, si punta sempre a club importanti come quello rossonero. Un giorno, chissà…”. Alla fine della chiacchierata lo salutiamo ricordandogli uno dei momenti più gloriosi della carriera, quella bordata all’incrocio dei pali a 129 km/h nel derby contro l’Inter, rimasta scolpita nella memoria dei tifosi rossoneri. “E’ stato un gran gol, lo ricordo bene”. Riusciamo a strappargli un sorriso e i complimenti, almeno per questa volta, sono ben accetti.

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