“Dimenticatevi George Best”: viaggio alla scoperta dell’Ulster

Tutti, nell’Ulster, ricordano i durissimi anni dei Troubles: le bombe, l’IRA, l’esercito per le strade di Belfast.

Per molti, l’occasione di tornare a immergersi in quel violento periodo è fornita, manco a dirlo, dal calcio. Dimentichiamoci, per un momento, il grande George Best, l’unico uomo in grado di unire (almeno alla sua morte) tutta l’Irlanda.

Qui il calcio ha il sapore fetido di una zaffata di birra scadente, quel contorno rude e “casereccio” tipico di certi campi scozzesi. Poca tattica, sono la rabbia e il sudore a far da padrone in questi piccoli stadi (2000-3000 posti, da Lega Pro per intenderci). Ma, ovviamente, a Begbie tutto questo non può che piacere.

Le squadre meritano un discorso a parte. Come spesso accade a queste latitudini, ognuna di esse ha cucito addosso un preciso significato di appartenenza, al quale è impossibile sottrarsi.

C’è il Linfield, la più titolata al mondo (!) con ben 218 trofei conquistati (anche se, parlando di professionismo pieno, tale vanto spetterebbe ai Rangers), espressione della working class protestante di Belfast. Forma, insieme a Chelsea e Rangers, il famigerato trio dei “Blues Brothers”, di impronta dichiaratamente lealista.

British Alliance

A contendere al Linfield il dominio della capitale, almeno fino alla fine degli anni ’40, è il leggendario Belfast Celtic, il cui nome suggerisce immediatamente la matrice cattolico-repubblicana.

Belfast Celtic

I derby tra le “Big Two” del calcio nordirlandese, anche molto prima dei Troubles, erano partite ad altissimo rischio. Durante il match del Boxing Day del 1948, i tifosi del Linfield addirittura invasero il campo per aggredire i giocatori cattolici avversari: ne nacque una spaventosa rissa, che segnò l’esclusione definitiva del Belfast Celtic dal campionato.

Con lo scioglimento dei biancoverdi, fu il Glentoran, altro club protestante (seppur meno schierato e più eterogeneo dei Blues), a diventare la principale rivale del Linfield. L’East Belfast derby è forse lo scontro più sentito in tutto l’Ulster, e gli episodi di ordinaria follia non mancano mai. Durante la finale della Irish Cup del1985, i supporters del Glentoran liberarono in campo un galletto (simbolo della squadra) e un maiale dipinto con il “Royal Blue” del Linfield. Inutile dire che quella partita passò alla storia come “The Pig and Cockerel Final”.

L’odio religioso e settario invece trova spazio invece in altri match, come quello con il Cliftonville (che ha per molti aspetti raccolto l’eredità del Belfast Celtic) e soprattutto con i biancorossi del Derry City.

cliftonville-celtic

Vale la pena spendere qualche parola per quest’ultimo club, le cui vicende ricalcano proprio quelle della città, forse quella più colpita e contesa durante la guerra civile degli anni ’70; nel 1985, dopo un lungo periodo di alti e bassi, la squadra fu aggregata al campionato irlandese, per la felicità di molti fans di fede cattolica.

Date le premesse, immagino sarete interessati quanto me a godervi tutti i momenti psico di questo ridente angolo d’Irlanda, magari sorseggiando una pinta di Belfast Ale guarnita dal sottofondo punk degli Stiff Little Fingers.

stiff-little-fingers

[racconto di Giacomo Trotter per TheBegbieInside.com]

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