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One Step Beyond – I Madness e la musica ska-punk nel mondo del calcio

In un blog che riporta il faccione del rissaiolo tifoso dell’Hibernian Frank Begbie e ha come sottotitolo “Il calcio vissuto tra alcolici e stupefacenti”, parlare del panorama casual e dell’influenza della musica ska-punk nel mondo del calcio era soltanto questione di tempo.
Tra ‘Oi Band’ come i Cockney Rejects, gruppi italiani più recenti come Statuto, Derozer, Erode e Civico 88, o i più celebri The Clash, Sex Pistols e Madness, sono davvero tante le band che hanno preso spunto, o influenzato a loro volta, il mondo del pallone.
E’ in particolare dei Madness, però, che intendo parlare. Di loro e dell’intramontabile singolo di successo “One Step Beyond”, diventato ormai da qualche anno uno degli inni del Chelsea, la squadra sfegatatamente tifata dalla stessa band londinese.
Niente di così strano per il momento, insomma, ma sono in pochi a sapere che i Madness, grazie al loro inesauribile successo (o sarebbe meglio dire “a causa del…”?), sono stati anche testimoni involontari di una delle più grandi risse tra tifoserie della storia.
E’ il 21 dicembre 1992 e i Madness sono di scena in uno stracolmo Ingliston Showground di Edimburgo. Una serata memorabile prima delle festività natalizie avranno pensato tutti, tra questi ci sono anche un centinao di tifosi della squadra cittadina dell’Hibernian, i celebri e temuti Capital City Service, e i tifosi dei Rangers Glasgow e del Motherwell, chiamati rispettivamente Inter City Firm e Saturday Service. Decisamente troppi galli in un pollaio per pensare che possa filare tutto liscio. E infatti dopo giusto qualche canzone i Madness decidono di battere in ritirata, mentre sotto al palco si scatena una carneficina tra i tifosi di Edimburgo, determinati a farsi rispettare, e gli altri gruppi casual rivali, alleati per l’occasione. “Ho pensato di morire – ha raccontato un testimone al ‘Daily Record’ il mattino seguente – ho strisciato per tutto il pavimento fino a raggiungere l’uscita”. Derek Dykes, uno dei capi del CCS, nel suo libro ‘These colours don’t run’ ha invece ammesso: “Non ho mai visto niente di simile, ma era una battaglia che non potevamo perdere per nulla al mondo”. La ‘battaglia’, in effetti, non è stata persa, tantomeno la guerra, nonostante centinaia di feriti, ma se pensate ancora che “One Step Beyond” rappresenti soltanto un pezzo cult di una band degli anni ‘80, qualcuno avrà di certo da ridire.

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